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Cos’è la dissonanza cognitiva?

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Cos’è la dissonanza cognitiva?

quanto è importante in azienda?

La dissonanza cognitiva è un concetto della psicologia sociale introdotto da Leon Festinger nel 1957.

Si riferisce al disagio psicologico che una persona prova quando le sue credenze, opinioni o comportamenti sono in conflitto tra loro.

Ad esempio, se qualcuno crede fermamente nell’importanza di uno stile di vita salutare, ma fuma, può sperimentare dissonanza cognitiva perché il suo comportamento (fumare) è in contrasto con la sua credenza (vivere in modo salutare).

Questo stato di tensione spinge l’individuo a cercare di ridurre la dissonanza, modificando le proprie credenze, cambiando il comportamento o cercando di giustificare le contraddizioni.

La dissonanza cognitiva è quindi un potente motore di cambiamento e adattamento personale, poiché le persone cercano di allineare le proprie cognizioni per ridurre il disagio provocato da questa incoerenza interna

La dissonanza cognitiva è un fenomeno molto comune che tutti noi sperimentiamo nella nostra vita quotidiana.

Si riferisce al fatto che, in genere, cerchiamo di mantenere una coerenza interna fra le nostre credenze, i nostri valori e i nostri comportamenti.

Quando questo equilibrio viene minacciato, le persone non si sentono a proprio agio e cercano di ristabilirlo.

Introdotto da Leon Festinger nel 1957 nel suo libro, A Theory of Cognitive Dissonance, la teoria della dissonanza cognitiva si concentra su come gli esseri umani fanno del loro meglio per mantenere la dissonanza cognitiva al minimo e fanno di tutto per evitare situazioni che potrebbero indurli a sperimentarla.

Ma che ruolo ha in un’azienda?

In moltissime aziende, indifferentemente se grandi o piccole, questa teoria è alla base della crescita o della decadenza della stessa, senza che nessuno se ne renda conto.

In quante aziende i dipendenti sono scontenti e si limitano a fare il minimo dovuto senza motivazione aspettando solo che finisca la giornata?

Tantissime, e non sono certo quelle che possono definirsi come eccellenze nel loro campo.

Viceversa, quando in un’azienda i dipendenti si sentono “carichi” e volenterosi di fare bene, sono proattivi e fieri della propria azienda, questa sicuramente sarà una eccellenza nel proprio settore.

Le differenze comportamentali dei dipendenti, e quindi lo “stato di salute” aziendale in gran parte sono dovuti proprio alla DISSONANZA COGNITIVA, senza che nessuno se ne renda conto.

Quando la Direzione, si limita a comandare senza avere una vera leadership, e soprattutto distanziandosi dal “campo”, si hanno i veri problemi.

In questo caso i Lavoratori non si sentono motivati, devono svolgere compiti che magari non sono in linea con le procedure o la linea aziendale, non sono in linea con la formazione ricevuta o peggio non sono concordi con i propri valori, e peggio del peggio in azienda non vige la meritocrazia.

In tantissimi non si rendono conto che affrontano la dissonanza cognitiva perché l’alternativa sarebbe quella di cambiare lavoro, ed è proprio quello che fanno i migliori, perché conoscono il proprio valore e sono in grado di rimettersi in gioco.

Il Risultato? L’azienda si troverà con i dipendenti che si adattano a sopravvivere, in pratica quelli che:

  • OBBEDISCONO perché il comando è venuto da una persona con maggiore autorità o livello, in questo caso azzerano la loro responsabilità in quanto “glielo ha detto il capo di farlo
  • si ADATTANO ALLA NORMALITA’, ovvero concepiscono le attività da fare come normali dato che in azienda fanno tutti cosi, perché lo dice il capo.

Le conseguenze?

Maggiore assenteismo – Deresponsabilizzazione – comportamenti inappropriati – Elevato turn over

Tutti atteggiamenti che oltre a ridurre le performance aziendali sono vere e proprie emorragie di fondi, che quasi mai sono analizzate nelle relazioni finanziarie di gestione, oltre ad una grave perdita di immagine del Brand aziendale.


SIA CHIARO!

In tutte le aziende sane DEVE esserci una Leadership, DEVONO esserci Disposizioni, Politiche aziendali, Linee di azione, Procedure di Processo da seguire, ma queste DEVONO essere tutte concordi ed organizzate a quanto effettivamente svolto dai dipendenti.

In azienda deve esserci:

  • Consapevolezza delle eventuali difficoltà operative e degli “umori” dei dipendenti, divulgando le linee aziendali e cercando i relativi Feed back per una eventuale modifica
  • Operando con una strategia di Leadership e non di semplice comando
  • Analizzando le attività da svolgere con i relativi comportamenti e cercando di migliorare le procedure di lavoro.

Al giorno d’oggi il pensiero di “produrre” e “guadagnare” sta facendo dimenticare il concetto fondamentale che dovrebbe avere un’azienda, o meglio del proprio titolare….. il pensiero del “PADRE DI FAMIGLIA”.

Nelle vecchie aziende, quelle nate nel dopoguerra, quelle che sono cresciute nel boom economico e che si sono rafforzate negli anni a seguire, il lavoratori erano costretti ad affrontare lavori pesanti e stressanti, ma tutti erano volenterosi di migliorare, lavoravano per la propria azienda perché riconoscevano in essa la soluzione ai loro problemi.

Tutti i dipendenti, conoscevano il proprio Datore di Lavoro, conoscevano le sue difficoltà e le sue ricchezze, viceversa il loro superiore, conosceva le difficoltà e il pensiero dei lavoratori.

Un esempio fra tutte, la Ferrari, tutti i dipendenti conoscevano Enzo, ora non sanno più nemmeno chi è l’amministratore, o che faccia ha.

Le aziende ora come allora, DEVONO svilupparsi come un organismo unico, purtroppo in Italia c’è un male quasi incurabile che è chiamato familismo, che in pochissimi casi crea una base forte su cui l’azienda cresce, ma nella maggior parte dei casi crea solo disagio e malessere aziendale, quando prevarica sulla meritocrazia.

Concludendo, la dissonanza non è necessariamente negativa; può essere un’opportunità di crescita, se gestita in modo costruttivo.

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